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![]() Miracolo sotto la pioggia Poggia improvvisa, pioggia battente. Sotto l ' ombrello corro ; Il treno sta per arrivare " venga , venga , aspettavamo solo lei ". Tutto intorno tanta acqua ! Mi guardo addosso , mi sorprendo " sono asciutto asciutto - penso - che strano ". Un angelo mi ha riparato con le sue grandi amorevoli ali . Sì , lassù qualcuno sempre ci guarda . Anonimo |
![]() Campane nella notte E ' una notte fredda , .......... |
![]() Insonnia Nella notte, |
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A Peter Pan
Abbiamo viaggiato
insieme
tu , ed io ragazzo
smarrito.
Le nostre avventure ,
i nostri giochi
ora il mio volo si è fermato
.
Ciao Peter ,
ci rivedremo quando avrò
insegnato al figlio mio
a volare .
Riccardo Cipriani
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![]() ![]() |
![]() Tarda Estate Nel bosco il tepore stanco dell'ultima estate, cambia i colori alle foglie che si accartocciano, tinte di giallo pastello sempre più marrone bruciato. Poi cadono spinte da aliti freschi e silenziosi. Albe e tramonti producono foschie diffuse nelle valli mentre gli orizzonti, con profili nitidi, staccano la terra dal cielo. In gruppi gli uccelli migrano alti e silenziosi varcando l'orizzonte. Senso di nuovo calore.... senso d'attesa struggente c'è nell'animo d'ognuno. Sono le dolcezze che il cuore conserva, sono i pensieri che sbocciano cantando il mondo, nell'abbraccio eterno con la natura madre. Enrico Partigiani |
Isolamento
Disteso nel campo
di rossi papaveri,
nascono dalle erbe
ormai alte
ascolto rumori sibilanti
che mi reca il vento,
fra lo sbattere
di foglie tenere e
canti armoniosi
d'uccelli festanti.
La mente s'abbandona
al tepore solare,
alla natura avvolgente
come abbraccio d' amante.
fuori dal percorso
dei giorni comuni
i pensieri raggiungono
dolcezza di quiete sublime, ...
abbandono completo
al trasporto nei sogni , ...
oltre i pensieri più segreti
fra nuvole accumulate
dove giace il riposo.
Enrico
Partigini
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Rosa
di Maggio
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Traversando la
maremma toscana
Dolce paese, onde
portai conforme
L'abito fiero e
lo sdegnoso canto
E il petto ov'odio
e amor mai s'addorme ,
Pur ti riveggo , e il
cuor mi balza in tanto .
Ben riconosco in te
le usate forme
Con gli occhi incerti
tra i' l sorriso e il pianto ,
E in quelle seguo de
' miei sogni l ' orme
Erranti dietro
il giovenile incanto .
Oh , quel che amai ,
qel che sognai , fu invano;
E sempre corsi , e
mai non giunsi il fine .
E dimani cadrò . Ma
di lontano
Pace dicono al cuor
le tue colline
Con le nebbie
sfumanti e il verde piano
Ridente ne le piogge
mattutine .
Giosuè Carducci
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I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardâr. Mi riconobbero, e - Ben torni omai - Bisbigliaron vèr me co 'l capo chino - Perché non scendi? perché non ristai? Fresca è la sera e a te noto il cammino. Oh sièditi a le nostre ombre odorate Ove soffia dal mare il maestrale: Ira non ti serbiam de le sassate Tue d'una volta: oh, non facean già male! Nidi portiamo ancor di rusignoli: Deh perché fuggi rapido così Le passere la sera intreccian voli A noi d'intorno ancora. Oh resta qui! Bei cipressetti, cipressetti miei, Fedeli amici d'un tempo migliore, Oh di che cuor con voi mi resterei - Guardando io rispondeva - oh di che cuore! Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire: Or non è più quel tempo e quell'età. Se voi sapeste!... via, non fo per dire, Ma oggi sono una celebrità. E so legger di greco e di latino, E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù; Non son più, cipressetti, un birichino, E sassi in specie non ne tiro più. E massime a le piante. - Un mormorio Pe' dubitanti vertici ondeggiò, E il dì cadente con un ghigno pio Tra i verdi cupi roseo brillò. Intesi allora che i cipressi e il sole Una gentil pietade avean di me, E presto il mormorio si fe' parole: Ben lo sappiamo: un pover uomo tu se'. Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse Che rapisce de gli uomini i sospir, Come dentro al tuo petto eterne risse Ardon che tu né sai né puoi lenir. A le querce ed a noi qui puoi contare L'umana tua tristezza e il vostro duol; Vedi come pacato e azzurro è il mare, Come ridente a lui discende il sol! E come questo occaso è pien di voli, Com'è allegro de' passeri il garrire! A notte canteranno i rusignoli: Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire; I rei fantasmi che da' fondi neri De i cuor vostri battuti dal pensier Guizzan come da i vostri cimiteri Putride fiamme innanzi al passegger. Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno, Che de le grandi querce a l'ombra stan Ammusando i cavalli e intorno intorno Tutto è silenzio ne l'ardente pian, Ti canteremo noi cipressi i cori Che vanno eterni fra la terra e il cielo: Da quegli olmi le ninfe usciran fuori Te ventilando co 'l lor bianco velo; E Pan l'eterno che su l'erme alture A quell'ora e ne i pian solingo va Il dissidio, o mortal, de le tue cure Ne la diva armonia sommergerà. Ed io - Lontano, oltre Appennin, m'aspetta La Tittì - rispondea -; lasciatem'ire. È la Tittì come una passeretta, Ma non ha penne per il suo vestire. E mangia altro che bacche di cipresso; Né io sono per anche un manzoniano Che tiri quattro paghe per il lesso. Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! Che vuoi che diciam dunque al cimitero Dove la nonna tua sepolta sta? - E fuggìano, e pareano un corteo nero Che brontolando in fretta in fretta va. Di cima al poggio allor, dal cimitero, Giù de' cipressi per la verde via, Alta, solenne, vestita di nero Parvemi riveder nonna Lucia: La signora Lucia, da la cui bocca, Tra l'ondeggiar de i candidi capelli, La favella toscana, ch'è sì sciocca Nel manzonismo de gli stenterelli, Canora discendea, co 'l mesto accento De la Versilia che nel cuor mi sta, Come da un sirventese del trecento, Piena di forza e di soavità. O nonna, o nonna! deh com'era bella Quand'ero bimbo! ditemela ancor, Ditela a quest'uom savio la novella Di lei che cerca il suo perduto amor! Sette paia di scarpe ho consumate Di tutto ferro per te ritrovare: Sette verghe di ferro ho logorate Per appoggiarmi nel fatale andare: Sette fiasche di lacrime ho colmate, Sette lunghi anni, di lacrime amare: Tu dormi a le mie grida disperate, E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare. Deh come bella, o nonna, e come vera È la novella ancor! Proprio così. E quello che cercai mattina e sera Tanti e tanti anni in vano, è forse qui, Sotto questi cipressi, ove non spero, Ove non penso di posarmi più: Forse, nonna, è nel vostro cimitero Tra quegli altri cipressi ermo là su. Ansimando fuggìa la vaporiera Mentr'io così piangeva entro il mio cuore; E di polledri una leggiadra schiera Annitrendo correa lieta al rumore. Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo Rosso e turchino, non si scomodò: Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo E a brucar serio e lento seguitò |
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vigne allieneate, olive che fanno ondeggiare i poggi, cipressi che punteggiano torri e castelli come se i suoni di Frescobaldi si condensassero in paesaggio. Eppure qua e là sento scoppi che squarciano l'azzurro: un cacciatore della domenica con il suo cane scende solerte il pendio con la sua arma in mano. Cadono uccelli che non vedo sacrificati sulle foglie a terra. Domenica nelle campagne della Toscana: - anche la morte fa sentire i suoi rumori nei momenti di perfezione. Affonso Romano de Sant'Anna
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![]() Che tace, o noci de la Carnia, addio! Erra tra i vostri rami il pensier mio Sognando l'ombre d'un tempo che fu. Non paure di morti ed in congreghe Diavoli goffi con bizzarre streghe, Ma del comun la rustica virtú Accampata a l'opaca ampia frescura Veggo ne la stagion de la pastura Dopo la messa il giorno de la festa. Il consol dice, e poste ha pria le mani Sopra i santi segnacoli cristiani: — Ecco, io parto fra voi quella foresta D'abeti e pini ove al confin nereggia. E voi trarrete la mugghiante greggia E la belante a quelle cime là. E voi, se l'unno o se lo slavo invade, Eccovi, o figli, l'aste, ecco le spade, Morrete per la nostra libertà. — Un fremito d'orgoglio empieva i petti, Ergea le bionde teste; e de gli eletti In su le fronti il sol grande feriva. Ma le donne piangenti sotto i veli Invocavan la madre alma de' cieli. Con la man tesa il console seguiva: — Questo, al nome di Cristo e di Maria, Ordino e voglio che nel popol sia. — A man levata il popol dicea, Sí. E le rosse giovenche di su 'l prato Vedean passare il piccolo senato, Brillando su gli abeti il mezzodí. Giosuè Carducci ![]() |
Sono disponibili i libri del poeta Enrico Partigiani: Una raccolta di poesie,ricordi,riflessioni. Chi fosse interessato può chiedere i libri, scrivendo una Email qui sotto. Il costo è di 10 € ,il ricavato sarà devoluto alla ricerca e in beneficienza . Sarete presto contattati anche dallo stesso autore, grazie. |
Grazie di cuore a Enrico
Partigiani e a Riccardo Cipriani per aver dato il consenso per la pubblicazione delle loro poesie. |